Un sabato diverso

La giornata di Sabato non ha più una grande differenza rispetto al resto della settimana. Forse c’è meno stress  non dovendo badare al computer e alle scadenze del lavoro; per il resto stesso tran-tran 🙁 Credo dovremo abituarci a questo nuovo stile di vita, almeno finche le cose non migliorano. Ma miglioreranno? Mi sembra un vago ricordo la bella sensazione di uscire spensierati, incrociando persone senza pensare male, senza vedere mascherine o guanti.

Venerdì, verso l’ora di pranzo, sono andato a fare la spesa per evitare la coda. Avevo visto dalle news che per scaglionare l’accesso al supermercato si creava un lungo trenino di carrelli fuori dal (ex) centro commerciale qui vicino (La Belle Etoile n.d.r.). E devo dire che è stata una buona mossa perché non c’era molta gente. Prima di buttarmi nella mischia, mi sono recato in posta, per recuperare un grosso pacco di imbottitura per il nostro amatissimo ma ormai svuotato puff. Anche la posta è diventato un posto spettrale. All’ingresso c’erano delle transenne per evitare l’accesso; una ragazza senza mascherina mi ha approcciato, purtroppo solamente per domandarmi cosa dovevo fare. Spiegatole la faccenda, ho ottenuto il lasciapassare per accedere al negozio. Ero l’unico cliente, ai pacchi, mentre in lontananza una signora discuteva nell’area telefonia. Un gentil commesso, senza maschera e senza guanti, mi ha chiesto il codice del mio pacco. Con il mio impeccabile francese ho eseguito lo spelling del codice e dopo esser sparito nel backstage eccolo comparire con un enorme cartone contenente 200litri di pallini. Ammazza che grosso!!! Subito ho pensato all’ottima idea che avevo avuto nel prendere la macchina piccola di Mamma. Pazienza. Come da prassi, il buon commesso mi chiede un documento per verificare la consegna. Tutto normale, tutto cosi veloce che non ci penso fino a quando uscendo dalla posta rivedo la scena: entrambi senza guanti e senza mascherina  ci scambiamo il mio documento. Forse stiamo avendo un rapporto non protetto. Cosi, uscendo con questo enorme pacco da non vedermi i piedi penso al contagio: può succedere così o sono paranoico?

Le rotelle giravano, ma in un lampo il moto rotatorio si è  trasferito verso il basso quando ho visto che, con tutto il parcheggio deserto, due geni del male avevano parcheggiato a sandwich  di fianco a me. Ma porcaccia la miseria … il pacco era cosi grande che non entrava nel bagagliaio. Perciò, per farlo entrare l’unica soluzione era farlo passare dal passeggero dietro. Perciò, grazie ai due fenomeni, ho dovuto spostare la macchina; lo sanno anche i muri: bisogna stare a distanza di un metro l’uno dall’altro, anche tra macchine!!!

Con l’ansia da coda ma sopratutto da prodotti esauriti, mi lancio nel supermercato. All’interno tutto sembra tranquillo, poca gente, anche se guardando attentamente si vedono mascherine, gente con guanti e l’ansia da contatto. Si cambia corsia o ci si schiva per evitare di stare troppo vicini. Gli scaffali tuttavia sono ancora tutti pieni. Tutti tranne quello della farina. Niente, nemmeno un pacco. Per non deprimermi compro il mio kit da 40 rotoli di carta igienica, non si sa mai; anche il lievito, per la pizza del sabato sera. Non contento prendo pure qualche scatoletta per la sopravvivenza. Ma per quanto? Forse mi sto facendo prendere dal panico. Mi sembra addirittura di sentire l’aria più pesante. Ansia. È  tempo di uscire. Come sulla griglia di partenza della formula uno, sul pavimento davanti alle casse sono state tracciate linee delimitare le distanze tra i carrelli. Alle cassiere, vere eroine di questa situazione allucinante, è stata installata una parete di plexiglass per proteggerle dai maledetti untori che senza sosta affollano gli spazi. Tra di loro ci sono pure io. Finalmente esco, liberando il mio senso di colpa, la mia ansia da “fame” e mi rifugio nella macchina, diretto verso la mia cella d’oro: casa!

E che Sabato sia. Anche senza danza, anche senza parco, anche senza amici. Noi tre. Facciamo le pulizie di casa tutti insieme e cuciniamo qualcosa di speciale per non rendere vana l’avventura di ieri. Elisabetta de io prepariamo “Sformatini di fiori di zucca al forno” con melanzane al forno croccanti. Squisite! Poi passeggiatina al freddo di una giornata quasi invernale (stamattina nevicata n.d.r.). Infine bagnetto e finalmente … PIZZA del Papone (alla faccia di chi ha preso tutta la farina).

Non posso dire che sia un sabato normale. 670 Positivi in LUX, quasi 5000 in più in Italia. Non ci resta che sperare, non ci resta che aspettare… e pregare in questa quaresima davvero speciale.

Loading

One Reply to “Un sabato diverso”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.