Il momento più bello della giornata è quando vado a prendere Elisabetta all’asilo. È una sensazione che non dura moltissimo. Giusto il tempo di parcheggiare la macchina ed entrare nella sua classe. Poi finalmente vedo i suoi occhioni e cerco di capire come ha passato la giornata. Se è felice allora continuo ad esserlo anche io. Altrimenti mi preoccupo.
Prima di Natale sembrava filare tutto liscio. Anzi, quando entravo nella stanza la trovavo a pascolare spensierata insieme agli altri walking-babies. Appena la chiamavo, si voltava, e con un grande sorrisone mi correva incontro grindando papaaaaaaaa. Qualche volta, raccoglieva un giochino qualsiasi da terra e me lo portava, come segno di ringraziamento per essere tornato a prenderla.
Sfortunatamente da quando siamo tornati le cose non sono ancora del tutto a posto. Nuova sezione, nuovi compagni, nuovi stimoli. E a metà pomeriggio, verso le cinque, inizia ad essere insofferente. Sopratutto quando arrivano i primi genitori. È l’ora in cui inizia a piangere.
Oggi sembra sia stata addirittura una giornata no. Secondo la maestra non voleva mai stare lontano da un adulto. Appiccicata a loro, mandando via gli altri compagni se si avvicinavano. Ahhhh. E dire che stamattina era entrata tutta tranquilla e mi ero illuso che sarebbe stata una buona giornata. Non si puo mai dire. Purtroppo non abbiamo altra scelta che sperare che domani sia una giornata miglirore.