Finalmente calcetto!!!

Dopo quasi 8 mesi di inattività ho finalmente rimesso le scarpette da calcetto. Incredibile!!!! Anche qui in Lussemburgo la mia carriera prosegue, probabilmente senza glorie proprio come i ragazzi #rossoneri, ma quel che conta è che ho trovato un nuovo gruppo con cui giocare.

Calma, trovato è una parola grossa! Mamma ha trovato un gruppo per me. Probabilmente nei giorni scorsi devo averle fatto più pena del solito, oppure sono uscito con qualche frase troppo apocalittica e cosi come ogni coppia che si vuole bene quando uno dei due è triste o piange l’altro si fa forza e tenta l’impossibile per cercare di far tornare il sorriso. E cosi Mamma, ha cercato tra i suoi colleghi qualche appassionato di Calcio/Calcetto per aggregarmi al gruppo.

Visto che l’unità in cui lavora Mamma è costituita all’80% da donne, la prima cosa a cui uno pensa è che la soluzione per Papone sarebbe arrivata dai mariti delle colleghe. Ed invece no! Incredibilmente, proprio due o tre delle sue colleghe sono appassionate giocatrici e giocano ogni settimana nel campetto della Banca Europea degli Investimenti (BEI). Per cui prendendosi a cuore la tristissima situazione del Papone depresso, hanno chiesto di inserirmi nella preziosissima mailing list dei maschietti.

Puntuale come un’orologio lunedì mattina è arrivata quella che ai bei tempi di quando lavoravo in TILAB aveva come oggetto CFF= Call For Football! Perfettamente organizzata, la mai conteneva un Google Calendar con le tre scelte di partecipazione all’evento:SI | FORSE | NO. I primi 10-15 a rispondere ottengono un posto in campo. Titubante ma speranzoso di giocare, dopo aver chiesto al capo se potevo andare, ho risposto SI! E incredibilmente al primo giro, sono stato convocato!

Per accedere al campo, essendo all’interno della BEI c’è bisogno di un badge da visitatore oppure di un “amico” dotato di pass che ti faccia da garante. Una premurosa collega giocatrice di Mamma oggi pomeriggio ha cominciato a sollevare la questione ed alla fine, dopo un lungo scambio epistolare ho capito che mi sarei dovuto incontrare in un certo posto (dove c’era una enorme sedia) con un tipo polacco che avrebbe giocato con me. Dallo scambio di battute non mi pareva ne particolarmente contento di farlo, ne tantomeno simpatico. Ed i fatti hanno avvalorato la mia tesi!

Nonostante fossi partito per tempo, la sedia io non l’ho trovata. Sarà per l’agitazione, sara per il buio, sarà che non c’ero mai stato  …  Insomma ho girato come una trottola intorno al palazzo di vetro della BEI senza trovarla (infatti stava da un’altra parte). Disperato ho chiamato Mamma per farmi dare lumi relativamente a questa famosa sedia, ma non è valso a molto. Proprio in quel momento mi ha chiamo il mio simpatico scortatore polacco che infastidito dal fatto che non c’ero all’appuntamento ha cominciato a chiedermi dov’ero e che lui doveva assolutamente arrivare al campo per cambiarsi. Mi ha farfugliato qualche indizio e mi ha concesso 5 minuti per raggiungerlo altrimenti zzi miei: ah beh grazie mille.

Ma come si dice: quando le cose si fanno dure, i duri iniziano a giocare e così ho mollato la macchina in un angolo della strada e mi sono diretto verso la zona dove si trovava il simpaticone. Quando trafelato finalmente l’ho raggiunto senza nemmeno dirmi ne crepa ne s-ciopa si è fiondato in una porticina per raggiungere un parcheggio sotterrano e da li in un labirinto di porte fino ad arrivare al campo: tutta sta fretta per poi essere i primi del gruppo! Va beh, mortificato dall’imperdonabile ritardo ci siamo cambiati in religioso silenzio; fortunatamente sono arrivarti degli altri esseri umani che mi hanno salutato e addirittura scambiato dei segni di “simpatia”.

Parliamo della partita! Sorvolo sul fatto che la mia squadra ha preso una ramazzata pazzesca (non credo per colpa mia). La cosa interessante è la modalità di gioco. Innanzi tutto essendo la palestra molto piccola i fuori non esistevano e si può far rimbalzare il pallone ai lati. Quindi non si ferma mai la boccia, un po come lo squash (era fuori solo sulla parete delle porte) rendendo il tutto velocissimo ed senza pause. Inoltre non si può tirare da fuori la linea da 3 punti del basket, rendendo ancora più incasinata la situazione. Si è giocato con una palla praticamente sgonfia, probabilmente per evitare che rimbalzasse troppo ed il portiere poteva prendere con le mani ovunque nell’are da 3, ma non la poteva mai superare. Ovviamente tutte queste regole le ho capite da solo, mentre giocavo perché nessuno (o quasi) ha avuto la cortesia di spiegarmele.

Cosi raccontato sembra che tutto sia stato una tragedia! In realtà sono molto contento della serata perché dopo mesi di inattività un sogno è stato realizzato (grazie Mamma & colleghe!). Devo migliorare probabilmente la condizione atletica, perché il mio vivofit dice che ho fatto meno passi di ieri! Le cose sono due: o non ho corso una mazza, oppure il sensore è tarato! Qualsiasi cosa dica vi garantisco che il football-squash è un gioco senza sosta: non ci si ferma mai (a patto quando vai in porta e fai il cambio con il 6 della tua squadra) e giocando 1 ora e 25 minuti la stanchezza dopo il primo quarto d’ora è venuta fuori.

Alla fine della partita mi sono diretto negli spogliatoi ed ho pensato ingenuamente di farmi la doccia. Peccato che il mio lascia passare, il polacco, mentre ero insaponato mi ha detto: “… ah va beh allora trovati qualcuno che ti faccia uscire!” E se ne è andato! Sbam…a bocca aperta…ho chiesto se qualcuno poteva farmi vedere come uscire. Anche gli altri però per quel che ho capito non avevano un badge valido, ma mi hanno insegnato il trucco per evadere! Basta arrivare al tornello, suonare alla reception e dire: “Excuse me: my badge doesn’t work!”. E ti lasciano tornare a casa dalla tua famiglia!

Ho gia ricevuto la CFF per giovedì ma direi che per questa settimana sono a posto. Vediamo se la settimana prossima mi sento pronto per buttarmi di nuovo nella mischia. La prova più difficile comunque non sarà ritornare in forma partita, ma fare breccia nel cuore di pietra del mio nuovo amico Polacco!

 

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